«Abbiamo intravisto le potenzialità del Cloud fin da quando se ne cominciava appena a parlare. Ci abbiamo scommesso, costituendo una impresa focalizzata sulla opportunità di questo mercato. Oggi, siamo certi che la diffusione di questi servizi possa essere altrettanto rivoluzionaria, per le imprese e per le persone quanto lo fu Internet nel 1994». Lo afferma con passione Michele Zunino, fondatore di Netalia, Cloud Service Provider a capitale privato interamente italiano.
«Netalia – spiega Zunino – è assimilabile a una fabbrica, con la differenza che la catena di montaggio è smaterializzata; il processo di lavorazione segue le stesse dinamiche, dove la materia prima è la tecnologia, che viene trasformata in servizi a disposizione delle imprese».
L’adozione del Cloud permette l’ottimizzazione e l’evoluzione dei processi organizzativi aziendali coerente con la richiesta del mercato di una sempre maggiore efficienza. «Il nostro modello di business – prosegue Zunino – prevede l’affiancamento nella trasformazione degli operatori ICT tradizionali (rivenditori, system integrator, software house) a cui proponiamo di passare dalla vendita di hardware o di software alla proposta di un servizio Cloud equivalente a canone, con la possibilità di ampliare il proprio portafoglio di offerta e le potenzialità sul proprio cliente».
Un bel salto culturale, ancora prima che commerciale, sia per il rivenditore che per il cliente finale. «Occorre superare il concetto di possesso del bene con quello di fruizione del servizio equivalente. Vale a dire: il car sharing anziché l’auto di proprietà. Così con il Cloud: non è tanto importante il controllo fisico della struttura dove il dato viene elaborato e archiviato – sottolinea Michele Zunino, – quanto la certezza di poterne disporre in qualunque momento e nella massima sicurezza. Il PC non sarà altro che un’interfaccia del Cloud, l’elemento terminale di un processo che è stato smaterializzato. Una username e una password saranno sufficienti per avere accesso al proprio ambiente di lavoro da qualsiasi terminale aprendosi all’esterno e ai dispositivi mobili senza rischi.
L’aumento della efficienza delle aziende passa quindi per la continua disponibilità delle informazioni, l’aggiornamento continuo dei sistemi utilizzati senza costi e la flessibilità nella gestione dei dimensionamento, secondo le necessità del momento, ampliando o riducendo di conseguenza le opzioni del proprio contratto».
Oggi Netalia occupa una posizione di rilievo tra i Cloud Service Provider in Italia, in relazione al proprio modello di business ed alle scelte strategiche compiute. Lo svilupparsi delle attività e la progressiva adozione da parte delle imprese del Cloud porteranno ad una veloce trasformazione del mercato, che richiederà importanti masse critiche per garantire la competitività, altrimenti i grandi player internazionali avranno gioco facile nell’acquisire quote importanti del nostro mercato: «Si dovrebbe avere più coraggio e investire sulle imprese che hanno una visione strategica e la tenacia di svilupparla, valorizzando le competenze, creando in ricaduta ricchezza sul territorio – conclude Zunino».
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«Abbiamo intravisto le potenzialità del Cloud fin da quando se ne cominciava appena a parlare. Ci abbiamo scommesso, costituendo una impresa focalizzata sulla opportunità di questo mercato. Oggi, siamo certi che la diffusione di questi servizi possa essere altrettanto rivoluzionaria, per le imprese e per le persone quanto lo fu Internet nel 1994». Lo afferma con passione Michele Zunino, fondatore di Netalia, Cloud Service Provider a capitale privato interamente italiano.
«Netalia – spiega Zunino – è assimilabile a una fabbrica, con la differenza che la catena di montaggio è smaterializzata; il processo di lavorazione segue le stesse dinamiche, dove la materia prima è la tecnologia, che viene trasformata in servizi a disposizione delle imprese».
L’adozione del Cloud permette l’ottimizzazione e l’evoluzione dei processi organizzativi aziendali coerente con la richiesta del mercato di una sempre maggiore efficienza. «Il nostro modello di business – prosegue Zunino – prevede l’affiancamento nella trasformazione degli operatori ICT tradizionali (rivenditori, system integrator, software house) a cui proponiamo di passare dalla vendita di hardware o di software alla proposta di un servizio Cloud equivalente a canone, con la possibilità di ampliare il proprio portafoglio di offerta e le potenzialità sul proprio cliente».
Un bel salto culturale, ancora prima che commerciale, sia per il rivenditore che per il cliente finale. «Occorre superare il concetto di possesso del bene con quello di fruizione del servizio equivalente. Vale a dire: il car sharing anziché l’auto di proprietà. Così con il Cloud: non è tanto importante il controllo fisico della struttura dove il dato viene elaborato e archiviato – sottolinea Michele Zunino, – quanto la certezza di poterne disporre in qualunque momento e nella massima sicurezza. Il PC non sarà altro che un’interfaccia del Cloud, l’elemento terminale di un processo che è stato smaterializzato. Una username e una password saranno sufficienti per avere accesso al proprio ambiente di lavoro da qualsiasi terminale aprendosi all’esterno e ai dispositivi mobili senza rischi.
L’aumento della efficienza delle aziende passa quindi per la continua disponibilità delle informazioni, l’aggiornamento continuo dei sistemi utilizzati senza costi e la flessibilità nella gestione dei dimensionamento, secondo le necessità del momento, ampliando o riducendo di conseguenza le opzioni del proprio contratto».
Oggi Netalia occupa una posizione di rilievo tra i Cloud Service Provider in Italia, in relazione al proprio modello di business ed alle scelte strategiche compiute. Lo svilupparsi delle attività e la progressiva adozione da parte delle imprese del Cloud porteranno ad una veloce trasformazione del mercato, che richiederà importanti masse critiche per garantire la competitività, altrimenti i grandi player internazionali avranno gioco facile nell’acquisire quote importanti del nostro mercato: «Si dovrebbe avere più coraggio e investire sulle imprese che hanno una visione strategica e la tenacia di svilupparla, valorizzando le competenze, creando in ricaduta ricchezza sul territorio – conclude Zunino».
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