Alberto Clavarino, direttore generale Netalia, è stato ospite il 25 gennaio di CoffeeTech, il format promosso da Confindustria Genova. È spettato a lui tracciare uno scenario della diffusione e adozione del cloud (pubblico, privato, ibrido), in Italia e nel mondo, sgombrando il campo dalla molta confusione che accompagna questi temi, anche tra gli addetti ai lavori. Il cloud è l’elemento abilitante dell’innovazione aziendale e delle nuove tecnologie: dai big data all’intelligenza artificiale, dall’Internet of Things alla robotica.
L’intervento ha messo in luce i vantaggi positivi dell’affidarsi al cloud e i trend di crescita sia a livello mondiale sia a livello italiano; Clavarino si è soffermato anche sulle insicurezze di alcune aziende troppo impaurite dal doversi “staccare” dai propri sistemi informativi on premise e affidarsi completamente alla tecnologia cloud. Come ha spiegato Clavarino, “il passaggio al cloud per molte aziende è ancora difficile da valutare come soluzione definitiva. Vi è anche una reticenza psicologica e culturale all’adozione del cloud: ‘Abbiamo sempre fatto così’, ‘Voglio vedere le mie macchine, sentire il rumore delle ventole’, ‘Desidero sapere dove sono i miei dati per tenerli sotto controllo’ sono frasi che ripetutamente ho sentito nei miei incontri commerciali”.
Quello del cloud pubblico è un mercato in forte crescita in Italia, che nel 2016 ha raggiunto un valore di 587 milioni di euro (dati Osservatorio Politecnico Milano). Il mercato italiano è indietro rispetto agli Stati Uniti di alcuni anni, non è ancora saturo e offre dunque buone possibilità di sviluppo. Sottolinea il direttore generale Netalia: “I quattro player che dominano il mercato (Amazon, Microsoft, Google, IBM) sono la dimostrazione della forte domanda di soluzioni cloud. Accanto a loro, c’è spazio per player nazionali molto focalizzati, piccoli, che garantiscano la localizzazione nazionale del dato e assistenza radicati sul territorio”.
I settori che oggi usano il cloud pubblico in Italia sono il manifatturiero, con una quota del 23%, il bancario con una spesa del 21%, Telco e Media (14%), GdO (10%), retail e utilities (9%) e infine le assicurazioni (5%) (dati Osservatorio Politecnico Milano).
I vantaggi per un’impresa nell’adozione del cloud sono almeno 5, ricorda Clavarino: il primo è la riduzione dei costi e il passaggio da una strategia Capex allo sviluppo di una architettura operativa Opex. Il secondo è la sicurezza dei dati: i cloud provider rispettano tutti gli standard regolatori di sicurezza. Il terzo vantaggio riguarda la flessibilità e agilità di sviluppo, con il cloud infatti è possibile adeguare rapidamente la propria infrastruttura allo sviluppo del proprio business. Il quarto vantaggio è la riduzione della complessità di gestione IT. Ultimo, ma altrettanto importante, è il fattore competitivo: l’innovazione in azienda passa attraverso il cloud, meglio dunque non restare indietro.
Guarda l’intervento sulla pagina Facebook di Confindustria Genova
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Alberto Clavarino, direttore generale Netalia, è stato ospite il 25 gennaio di CoffeeTech, il format promosso da Confindustria Genova. È spettato a lui tracciare uno scenario della diffusione e adozione del cloud (pubblico, privato, ibrido), in Italia e nel mondo, sgombrando il campo dalla molta confusione che accompagna questi temi, anche tra gli addetti ai lavori. Il cloud è l’elemento abilitante dell’innovazione aziendale e delle nuove tecnologie: dai big data all’intelligenza artificiale, dall’Internet of Things alla robotica.
L’intervento ha messo in luce i vantaggi positivi dell’affidarsi al cloud e i trend di crescita sia a livello mondiale sia a livello italiano; Clavarino si è soffermato anche sulle insicurezze di alcune aziende troppo impaurite dal doversi “staccare” dai propri sistemi informativi on premise e affidarsi completamente alla tecnologia cloud. Come ha spiegato Clavarino, “il passaggio al cloud per molte aziende è ancora difficile da valutare come soluzione definitiva. Vi è anche una reticenza psicologica e culturale all’adozione del cloud: ‘Abbiamo sempre fatto così’, ‘Voglio vedere le mie macchine, sentire il rumore delle ventole’, ‘Desidero sapere dove sono i miei dati per tenerli sotto controllo’ sono frasi che ripetutamente ho sentito nei miei incontri commerciali”.
Quello del cloud pubblico è un mercato in forte crescita in Italia, che nel 2016 ha raggiunto un valore di 587 milioni di euro (dati Osservatorio Politecnico Milano). Il mercato italiano è indietro rispetto agli Stati Uniti di alcuni anni, non è ancora saturo e offre dunque buone possibilità di sviluppo. Sottolinea il direttore generale Netalia: “I quattro player che dominano il mercato (Amazon, Microsoft, Google, IBM) sono la dimostrazione della forte domanda di soluzioni cloud. Accanto a loro, c’è spazio per player nazionali molto focalizzati, piccoli, che garantiscano la localizzazione nazionale del dato e assistenza radicati sul territorio”.
I settori che oggi usano il cloud pubblico in Italia sono il manifatturiero, con una quota del 23%, il bancario con una spesa del 21%, Telco e Media (14%), GdO (10%), retail e utilities (9%) e infine le assicurazioni (5%) (dati Osservatorio Politecnico Milano).
I vantaggi per un’impresa nell’adozione del cloud sono almeno 5, ricorda Clavarino: il primo è la riduzione dei costi e il passaggio da una strategia Capex allo sviluppo di una architettura operativa Opex. Il secondo è la sicurezza dei dati: i cloud provider rispettano tutti gli standard regolatori di sicurezza. Il terzo vantaggio riguarda la flessibilità e agilità di sviluppo, con il cloud infatti è possibile adeguare rapidamente la propria infrastruttura allo sviluppo del proprio business. Il quarto vantaggio è la riduzione della complessità di gestione IT. Ultimo, ma altrettanto importante, è il fattore competitivo: l’innovazione in azienda passa attraverso il cloud, meglio dunque non restare indietro.
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