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La nostra visione in poche parole: se non sarete voi per primi ad essere tecnologicamente dirompenti, c’è la possibilità concreta di essere spazzati fuori dal mercato.

Nel quadro odierno è possibile affermare che la generazione e l’utilizzo di enormi volumi di dati stanno ridefinendo la nostra capacità di “intelligence” ed i nostri scenari sociali ed economici, stimolando nuove industrie, processi e prodotti e creando significativi vantaggi competitivi. In quest’ottica, la data driven innovation (DDI) è diventata un pilastro fondamentale della crescita nella nostra epoca, con il potenziale di migliorare significativamente la produttività, l’efficienza delle risorse, la competitività economica ed il benessere sociale. La confluenza di diverse tendenze, tra cui la crescente migrazione delle attività socio-economiche verso il web e la diminuzione dei costi di raccolta, archiviazione ed elaborazione dei dati, sta portando alla generazione e all’utilizzo di enormi volumi di dati. E questi stessi volumi di dati stanno diventando una risorsa fondamentale per l’economia, un asset strategico in grado di favorire e promuovere processi e prodotti innovativi e generando significativi vantaggi competitivi.

È opinione diffusa che l’innovazione inizi solitamente su piccola scala, tipicamente quando una nuova tecnologia viene applicata per la prima volta all’interno dell’azienda in cui è stata sviluppata, per poi gradualmente venire trasmessa agli early adopters. Comunemente noto come “effetto farfalla”, la piena realizzazione di tutti i benefici dell’innovazione si potrà avere solamente quando questa sarà capillarmente diffusa nei diversi ambiti socio economici beneficiandone aziende di differenti settori e dimensioni. E’ possibile definire questo processo diffusione dell’innovazione e ci sono realmente pochi limiti a ciò che sarà possibile raggiungere in termini di crescita e progresso grazie a questo processo.

La domanda che sorge spontanea è il chiedersi cosa sia necessario per sbloccare e indirizzare questa crescita innovativa? Niente di meno che un bazooka.

Le opportunità si genereranno sulla base di idee e processi innovativi che sfrutteranno i dati per creare valore in una varietà di settori economici e con la consapevolezza che nell’ambito di questo sforzo di innovazione, tutto verrà sconvolto dal passaggio al cloud arrivando al punto di domandarci se sarà possibile l’esistenza di un business senza il cloud.

Secondo i risultati di una ricerca di McKinsey, il 75% del valore derivante dal cloud si genera proprio dalla spinta all’innovazione ed è per questa ragione che in Netalia crediamo che il vero valore del cloud sia quello di essere un catalizzatore di innovazione, un incentivo alla modernizzazione e al vantaggio competitivo. Lo crediamo così appassionatamente che abbiamo deciso di fare solo quello e di farlo incondizionatamente: Cloud.

E ci piace soprattutto il fatto che il Cloud ha il potere di democratizzare la conoscenza derivante dall’AI e Machine Learning, rendendola non più solo accessibile e limitata ad un gruppo isolato di data scientist e specialisti della materia, ma diffusa su più livelli. Sappiamo che questo processo sarà sempre più veloce e fluido e questo maggiore accesso ai dati finirà per creare una vasta gamma di impatti in ogni settore.

 

 

La nostra visione in poche parole: se non sarete voi per primi ad essere tecnologicamente dirompenti, c’è la possibilità concreta di essere spazzati fuori dal mercato.

Nel quadro odierno è possibile affermare che la generazione e l’utilizzo di enormi volumi di dati stanno ridefinendo la nostra capacità di “intelligence” ed i nostri scenari sociali ed economici, stimolando nuove industrie, processi e prodotti e creando significativi vantaggi competitivi. In quest’ottica, la data driven innovation (DDI) è diventata un pilastro fondamentale della crescita nella nostra epoca, con il potenziale di migliorare significativamente la produttività, l’efficienza delle risorse, la competitività economica ed il benessere sociale. La confluenza di diverse tendenze, tra cui la crescente migrazione delle attività socio-economiche verso il web e la diminuzione dei costi di raccolta, archiviazione ed elaborazione dei dati, sta portando alla generazione e all’utilizzo di enormi volumi di dati. E questi stessi volumi di dati stanno diventando una risorsa fondamentale per l’economia, un asset strategico in grado di favorire e promuovere processi e prodotti innovativi e generando significativi vantaggi competitivi.

È opinione diffusa che l’innovazione inizi solitamente su piccola scala, tipicamente quando una nuova tecnologia viene applicata per la prima volta all’interno dell’azienda in cui è stata sviluppata, per poi gradualmente venire trasmessa agli early adopters. Comunemente noto come “effetto farfalla”, la piena realizzazione di tutti i benefici dell’innovazione si potrà avere solamente quando questa sarà capillarmente diffusa nei diversi ambiti socio economici beneficiandone aziende di differenti settori e dimensioni. E’ possibile definire questo processo diffusione dell’innovazione e ci sono realmente pochi limiti a ciò che sarà possibile raggiungere in termini di crescita e progresso grazie a questo processo.

La domanda che sorge spontanea è il chiedersi cosa sia necessario per sbloccare e indirizzare questa crescita innovativa? Niente di meno che un bazooka.

Le opportunità si genereranno sulla base di idee e processi innovativi che sfrutteranno i dati per creare valore in una varietà di settori economici e con la consapevolezza che nell’ambito di questo sforzo di innovazione, tutto verrà sconvolto dal passaggio al cloud arrivando al punto di domandarci se sarà possibile l’esistenza di un business senza il cloud.

Secondo i risultati di una ricerca di McKinsey, il 75% del valore derivante dal cloud si genera proprio dalla spinta all’innovazione ed è per questa ragione che in Netalia crediamo che il vero valore del cloud sia quello di essere un catalizzatore di innovazione, un incentivo alla modernizzazione e al vantaggio competitivo. Lo crediamo così appassionatamente che abbiamo deciso di fare solo quello e di farlo incondizionatamente: Cloud.

E ci piace soprattutto il fatto che il Cloud ha il potere di democratizzare la conoscenza derivante dall’AI e Machine Learning, rendendola non più solo accessibile e limitata ad un gruppo isolato di data scientist e specialisti della materia, ma diffusa su più livelli. Sappiamo che questo processo sarà sempre più veloce e fluido e questo maggiore accesso ai dati finirà per creare una vasta gamma di impatti in ogni settore.

 

 

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